“Le storie mutano la forma con cui si presentano. A volte è un libro, a volte una canzone, un passo di danza, a volte un film e a volte una foto. Qualcosa si fa strada. Comunque.”
Con sguardo cinematografico abituato a leggere un palmo sopra la realtà e uno sotto la fantasia, la regista Alessia Scarso monologa con la notte e con le stelle, in un percorso espositivo dove il tempo si ferma in foto di paesaggi dal sapore pittorico e lo scorrere degli eventi viene rimodellato nei timelapse.
“AD SIDERA. C’era una Volta Celeste”, musicato dal compositore Marco Cascone, invita a immergersi nell’armonia tra gli elementi astronomici e lo scenario terrestre, cantando nostalgicamente a un cielo stellato che diventa sempre meno visibile a causa dell’opera umana.
Fotografie, videoproiezioni e sale multisensoriali danno vita ad un viaggio contemplativo nel tempo, nella notte e oltre il visibile collocato in una sorta di Paese delle Meraviglie dove bellezza e dato scientifico dialogano di concerto.
Tra le opere la regista gioca con l’invisibile e l’impercettibile scoperchiando la volta di una chiesa per rivelare la vera Volta Celeste, in un’installazione multimediale che dà il titolo al percorso espositivo. Ospiti della mostra la pittrice Ilde Barone e i pluripremiati astrofotografi Pictores Caeli, di cui la regista è componente.
In un momento storico che vede Uomo e Natura contendersi la supremazia sulla Terra, Alessia Scarso canta il ritorno alla contemplazione come auspicio di pace, chiedendo al Cielo, sede delle grandi domande dell’Uomo, il conforto di accedere allo stato di incanto e meraviglia.
Ex Convento del Carmine, Piazza Matteotti, Modica (RG)
dal 22 agosto 2021 al 9 gennaio 2022
venerdi, sabato, domenica dalle 16.30 alle 21.30
(chiuso 24 e 31 dicembre)
ingresso € 2 – obbligatorio Green Pass
A mio padre, lassù con me
Poco importa se le storie mutano la forma con cui si presentano. A volte è un libro, a volte una canzone, un passo di danza, a volte un film e a volte una foto. Qualcosa si fa strada. Comunque.
Tutto è iniziato dal disagio di guardare ad altezza uomo. Ciò che percepivo non mi nutriva, e ho sentito il bisogno di alzare lo sguardo alla ricerca di qualcosa di più pulito. Potrei chiuderla qui, perché a un visitatore non servirebbe altro: la relazione tra spettatore e opera è un momento intimo.
Non è uno sguardo inedito per me quello verso l’alto. Ne ho avuto esperienza già da curiosa adolescente durante le veglie alle stelle e i fuochi di bivacco, e durante le notti di pesca in spiaggia ero in loro continua compagnia. Ore e ore al buio, con tutto il tempo per permettere all’occhio di abituarsi all’oscurità. Non passò molto tempo che accanto alla canna da pesca ci fu una fotocamera che mi aiutasse a esplorare oltre ciò che l’occhio umano è in grado di percepire.
I miei occhi al cielo uniti ai piedi sulla terra non mi hanno spinta sempre più lontano, ma al contrario sempre più vicino, e ho scoperto il piacere della contemplazione: una specie di estasi legata alla gioia che alcune cose esistessero, solo perché effettivamente esistevano e io potessi osservarle. Nei paesaggi cercati, osservati, esplorati e contemplati ho sentito la tensione al legame con l’Universo, ma con i piedi per Terra.
La difficoltà di trovare luoghi bui idonei mi ha dato modo di capire fino a che punto l’Uomo ha imposto la propria specie sulle altre e sull’ambiente, e quanto mi confortasse la distanza dalla fagocitante opera umana. Nel silenzio emerge l’appartenenza a un intero più ampio, il conforto davanti all’ineluttabile ciclo della vita e la comunione con l’Universo. Il cielo è quindi diventato la naturale estensione della mia casa.
Le esperienze di ascolto, di ricerca e di contemplazione hanno la capacità di donare una consapevolezza: quella di sentirsi infinitamente piccoli nell’infinitamente grande, ma anche di sentirsi infinitamente grandi nell’infinitamente piccolo.
Il Sole è la stella del nostro sistema solare, ci sono 4 miliardi di stelle nella via Lattea e la nostra è solo una tra miliardi di galassie nell’Universo. In questo ordine di grandezze ognuno rimane unico e irripetibile. Non c’è mai stato niente come ognuno di noi nella storia dell’Universo, né mai ci sarà.
Ecco cosa penso quando sto sotto al cielo: mi pregio di accedere a uno stato di meraviglia e conforto la mia natura umana. Allo stesso modo ecco perché ognuno, portando con sé sé stesso, potrà vedere le proprie suggestioni specchiarsi tra gli scatti, e magari sperimentare l’inconfutabilità di essere individui preziosi, unici e pensanti, ospiti temporanei e spesso profanatori di un luogo bellissimo.
Alessia Scarso
“Chi impara a sentire il rapimento e la radianza delle cose, genera a sua volta radianza e rapimento e provoca destini” (Christian Bobin)
L’Astropresepe è un diorama di rappresentazione presepiale, ovvero un modello che riproduce in scala uno scenario realistico o immaginario. In questa versione in cartapesta che riproduce la Natività classica, la lavorazione più particolare è costituita dal cielo, in cui sono state ricostruite fedelmente in scala le costellazioni dell’anno 7 a.C. attraverso fili di fibra ottica, differenziando la luminosità degli astri con fili da 1, 1.5 e 2 mm. In corrispondenza della grotta della Natività è presente la congiunzione astronomica tra Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci. La rappresentazione come cometa della “Stella di Betlemme” menzionata nel Vangelo di S. Matteo, si deve invece a Giotto nel XIV secolo. Tale interpretazione del pittore fu sicuramente influenzata dall’aver assistito al passaggio della Cometa di Halley nel 1301 d.C.
Astri del Ciel è una serie speciale di stampe in cianotipia.
La cianotipia è un antico procedimento di stampa. Un’esposizione di pochi minuti al Sole fa reagire i sali di ferro stesi su carta. Sviluppando con lavaggio in semplice acqua l’immagine si rivela in un monocolore blu di Prussia.
Si tratta di un processo completamente manuale, che rende ogni copia unica.
ALESSANDRABRAFA.COM – Può un percorso espositivo provocare la catarsi? – 2/11/2021
COELUM ASTRONOMIA – “Ad Sidera. C’era una volta celeste”, nostalgia del cielo stellato – 20/10/2021
AVVENIRE – Stelle e sogni, ecco la Volta Celeste di Alessia Scarso – 26/9/2021
BIANCA MAGAZINE – Uno sguardo verso il cielo con le foto di Alessia Scarso – 24/9/2021
titolo | AD SIDERA. C’era una Volta Celeste |
anno | 2021 |
luogo | Ex Convento del Carmine, MODICA |
Stato | Italia |
produzione | Fondazione Teatro Garibaldi Modica |
a cura di | Paolo Nifosì e Tonino Cannata |
con la partecipazione di | Ilde Barone |
e di | Pictores Caeli |
musiche | Marco Cascone |
progetto di allestimento | Alessia Scarso |
allestimento | Galleria Lo Magno |
ufficio stampa | Medialive |
main sponsor | www.bonajuto.it www.mutika.it |