MODICA – E’ incredibile la bellezza di Modica che ci è stata consegnata dai nostri avi. Gran parte dell’eredità nasce dalla ferita del terremoto del 1693, cui è seguita una rinascita architettonica che ha ammaliato tutto il mondo. Nei secoli il popolo che ha vissuto questo territorio ha saputo trovare fonti di ricchezza anche da tutti i popoli che sono transitati, generando pensiero scientifico e umanistico, e sintesi agricola e gastronomica, in virtù della strategica posizione nell’area del Mediterraneo che l’ha resa politicamente notabile e culturalmente accogliente. In tempi recenti la città di Modica ha saputo farsi amare in ambito internazionale grazie al suo cioccolato, una ricetta unica che restituisce un inconfondibile sapere e sapore della città, e grazie a illuminati concittadini che con lavoro paziente e certosino hanno promosso questo prodotto nel mondo.
La città non poteva non suggestionare anche il cinema, accogliendo primo fra tutti nel 1948 il film “Anni difficili”, quando il regista Luigi Zampa definì la città “Il più bel giardino roccioso che abbia mai visto”. Ed è proprio il sinuoso dialogo tra luce e pietra, e di notte tra luci e pietra, che rende la città appetibile ai sensi. Un racconto immerso in questa armonia permette a una location di divenire personaggio, mezzo di drammatizzazione, finanche ispirazione di risvolti emotivi e narrativi. Ecco perché iniziative culturali trasversali di osservazione e rilettura estetica della città, volte al bello e alla contemplazione, possono donare un importante contributo alla interpretazione, conservazione e promozione del paesaggio, e alla riduzione del superfluo moderno. Come nel cinema, in cui tante arti si uniscono e convergono in un’unica espressione, le iniziative di musica, teatro, letteratura, pittura, fotografia e spettacolo proposte trovano location ideale nel palcoscenico naturale del “paese in forma di melagrana spaccata”.
L’occasione di preparare e proporre la città a mostrarsi in vetrina attraverso la candidatura a Città della Cultura 2020/2021 è un passaggio importante di riflessione, di azione e di individuazione del disegno, nell’ottica della sfida al confronto tra culto della storia e apertura alla contemporaneità, per restituirsi nuovamente a chi è alla ricerca di bellezza.
Il grande terremoto ci ha lasciato la preziosa lezione che una città vive quando riesce a rileggersi. A Modica ci sono tutti gli ingredienti per donare vita, a se stessi e a chi la visita. Perché il bello è più bello se è condiviso.
Alessia Scarso – Sicilymag.it 3 marzo 2020